“In te sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.
In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.
Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.
Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza. […]”
(Erri De Luca, “Mamm’Emilia” da “Il contrario di uno”, 2003)
Penso che, se non ci fossero le arti a esprimere la vita, nelle sue innumerevoli sfaccettature, l’uomo perderebbe l’unica possibilità di intuire quanto l’intorno e il dentro, della sua piccola realtà di essere umano, sarebbe in grado, invece, di rivelare quell’autentica meraviglia che, celandosi nella fatica e insieme gioia del vivere quotidiano sembra perdersi in un mare di oblio…l’arte è questo: mantenere alto lo sguardo alla bellezza anche di ciò che talvolta, sembra inutilmente invisibile…
Margareth Londo
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